martedì 11 ottobre 2011

S.C.U.M.

Rileggo dopo tanti anni S.C.U.M., Manifesto per l’eliminazione del maschio, di Valerie Solanas (1936-1988), uscito nel 1967 in USA.
«Il maschio è totalmente egocentrico, intrappolato in se stesso, incapace di trasporto, di identificazione con gli altri, di amore, di amicizia, di affetto, di tenerezza. È un’individualità isolata, incapace di comunicare.».
(…)
«È un morto vivente, è una massa inerte, incapace di procurare o di ricevere piacere e felicità; nel migliore dei casi è una noia infinita, una bolla d’aria inoffensiva, perché solo chi è capace di osmosi sa sedurre.».
(…)
«Poiché il maschio disprezza il suo Io totalmente inadeguato, viene sopraffatto da un’intensa inquietudine e da una profonda, infinita solitudine non appena si trova a tu per tu con il suo Io vacuo, e allora si aggrappa ad una femmina qualsiasi nella vaga speranza di completare se stesso, nella mistica fede che toccando l’oro si trasformerà in oro, e per questo brama la costante compagnia delle donne.».
Eccetera.
Il testo di Solanas mi riconferma nell’idea che il pensiero o è estremo o non è. Nel senso che, oggi, un reale riconoscimento della verità di un’argomentazione può avvenire solo se questa viene formulata in modo esasperato, cioè forzato fino al limite della menzogna e della mistificazione. In questo modo il nucleo che ne contiene il nocciolo sguscia allo scoperto, si fa vedere senza veli, digressioni, distinguo, dubbi, eccetera. Tutti vezzi, questi, tipici della corretta comunicazione accademica borghese, che aborro.
Nel disprezzo estremo e ingiusto di Solanas per il genere cui appartengo, riconosco la verità della mia condizione.
Insomma io queste parole le apprezzo, le con-divido.  

Nessun commento:

Posta un commento