domenica 10 luglio 2005
Gnu
Leggere sui giornali di gente dei segreti servizi, o di qualche altro ente preposto alla “sicurezza” degli gnu, che dichiara tranquilla “sì, certo, toccherà anche ai nostri gnu, prima o poi”.
Gente che ripete elegantemente, anche qui, che non è in discussione il “se”, ma solo il “quando” ci colpiranno.
Cioè colpiranno noi, gnu di branco.
Non certo chi ha i mezzi per tenersene fuori, chi decide, chi comanda e discretamente convince, domina, addita a noi i suoi nemici.
I segreti servizi solo non sanno - ne siamo certi? - quando una o più bombe esploderanno su un treno, un autobus, un aereo, una nave, un vagone della metro, un supermercato, un cinema, una pizzeria, un concerto, una partita, eccetera.
Un posto dove si sa che a una certa ora si abbeverano si addensano, sono di passaggio, assistono ad uno spettacolo, grandi masse di silenti gnu.
Dentro la mandria ti ci puoi tuffare se sei un leone o coccodrillo o iena e ghepardo, leopardo, a fauci spalancate e sbranare tranquillo le tue prede, che gli gnu, per loro natura, si prestano.
Potresti dire che sono lì apposta, se non fosse che la strategia di sopravvivenza di ogni singolo gnu, è probabilistica e sta proprio nel grande numero, nello stare lì, zitto, in mezzo tra tanti altri gnu e sperare di non essere notato, che tocchi agli altri e non a noi .
Si apre un vuoto attorno alla vittima colpita.
Gli altri individui scartano di lato, trotterellano via, si allontanano dal luogo dove scorre il sangue, dove un loro fratello viene fatto a brani ancora vivo, lo isolano, distolgono lo sguardo, ne tacciono.
La mandria si riforma più in là e riparte.
Suvvia, anche stavolta non è toccata a me.
Che ti metti a dire, recriminare, protestare: si sa che il Male esiste ed è proprio lì, da secoli annidato tra quella gente, o no?
Allora testa bassa e si continua a brucare.
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