venerdì 5 agosto 2005
Vita activa
Oggi a Roma c’è vento e fa fresco.
L’aria è pulita e limpida.
Sembra un giorno di settembre, ma le strade sono semivuote, i negozi stanno chiudendo tutti per ferie, eccetera.
Al lavoro si dice ormai a settembre, ci vediamo a settembre, se ne ri-parla a settembre, eccetera.
Gli ultimi giorni di luglio furono convulsi come ogni anno.
Mai capita la frenesia di fine luglio, visto che poi, a settembre appunto, tutto va ri-visto, ri-preso ri-discusso, re-impostato, eccetera.
Le decisioni di fine luglio sono virtuali, perché non c’è nessuno ad eseguirle, perché a settembre le condizioni saranno diverse, le cose andranno ri-decise su altre basi, con più calma.
Le categorie di quello che chiamiamo comunemente lavoro fornite da Hanna Arendt nel suo Vita activa, sono tre:
- lavoro propriamente detto, che è quando fornisci una prestazione indipendentemente dal suo fine complessivo, metti il lavoro del manovale, del bracciante;
- opera, che è quando conduci a buon fine qualcosa che progetti e percepisci nella sua interezza e per soddisfare dei fini noti;
- azione, che è quando decidi cosa sia meglio fare ed è una forma di attività propria della politica.
A fine luglio l’azione si scatena in un decisionismo che svela tutte le sua ansie, la difficoltà di staccarsi dalle cose, di andare via, di dover lasciare temporaneamente la guida ad altri, o più probabilmente a nessuno.
I politici vanno via tutti assieme verso il 10 agosto, nessuno parte prima per non lasciare campo libero all’azione di altri, per non consentire che vengano prese decisioni senza esserne almeno a conoscenza.
Attorno a questi tavoli tardivi e accaldati ci devono essere tutti fino all’ultimo, perché la democrazia è così: se non ci sei, è come se fossi morto e si fa senza di te, si entra nel tuo orto e si calpesta, si razzola, si depreda.
Ma se l’azione alla fine lascia la presa e va in vacanza, in città l’opera, e dunque il lavoro che la produce, restano ben presenti e attivi.
I cantieri continuano, per esempio, gli operai li vedi sotto il sole che lavorano, scavano, sollevano, eccetera, e quando vanno in vacanza lo fanno solo per qualche giorno attorno al 15.
Ieri pomeriggio, dalle parti di Piazza Fontanella Borghese, verso le sei, camminavo distratto osservando la pietra che pavimenta il nuovo marciapiede e pensando che avrebbero dovuto bocciardarla, invece di lasciarla liscia (Vita activa, opera), quando mi sono sentito sfiorare da un paio di persone. Alzo gli occhi e mi vedo in mezzo a un paio di tizi rapati con occhiali scuri e auricolare, mentre alle mie spalle sento una telefonata concitata e una voce ansiosa che diceva: lo faccio subito! vado subito a farlo!
Poco dopo mi affianca un uomo in completo blu che cammina rapido e parla al cellulare.
È il ministro Siniscalco al lavoro per strada (Vita activa, azione).
Chissà chi c’era all’altro capo del filo.
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