giovedì 21 aprile 2005

Croste

Scrissi questa cosa un paio d'anni fa. Viviamo nella Crosta 117. Qui tutto dev’essere essenziale, rettilineo scarno autentico schietto sobrio ed economico. Non sono tollerate citazioni stilistiche, barocchismi, sbandamenti e recuperi del post moderno novecentesco, pezzi d’antiquariato, tappeti persiani, caucasici, e radiche di noce, specchi dorati statue e cristallerie e argenterie. Non sono tollerati colori schietti e forti. È proibito il rosso carminio, il vermiglione e comunque il rosso o l’arancio accesi. Il blu e l’azzurro elettrico, il verde smeraldo e altri verdi che non siano smorti et tendenti al grigio. Il grigio, ecco. Questo sì. Grigio e bianco e nero, beige e tenue celeste, verde militare. Legno naturale. Vetro. Acciaio satinato e inox e alluminio soprattutto. La sincerità e l’etica della materia allo stato puro è incentivata e premiata. Qui risiedono gli umani democratici e moderni, buoni e tolleranti: tutto quello di cui ci circondiamo è solo l’immagine coerente di una concezione del mondo e del vivere. Di una visione etica, starei per dire politica, ecco, se non fosse un termine così inadeguato. Quando venimmo a vivere qui, nella Crosta 117 Ikea - sarebbe meglio chiamarlo Strato -, quando scegliemmo questo Orizzonte e questo mondo, fu per la necessità, percepita da molti di noi, di muoverci orizzontalmente tra i nostri simili, quelli col nostro reddito i nostri gusti e le nostre stesse opinioni. Scegliemmo una Comunità di Valori Condivisi, una CVC, appunto, diversa da quella di origine. Superammo i sei giorni di Test: per riuscirci occorre essere profondamente convinti del Meme Dominante di uno Strato dell’Artificio. E se permettete non è una cosa da poco: ti rivoltano come un calzino, perché quelli dello Strato vogliono essere sicuri di non introdurre abusivi, non condividenti, non convinti, esploratori di livelli, turisti ideologici, gente deragliata ancora in cerca. Gli elettori non perdonano questi sbagli. Nessuno vuole ritrovarsi ad ascoltare, metti in metro, discorsi che non rientrino nell’ambito del range di opinioni ammesso dallo Strato. Intendiamoci: non è certamente proibito avere o maturare opinioni diverse da quelle ammesse per statuto in uno Strato. Si può, ma allora occorre cambiare Strato, salire o scendere di livello. Esistono decine e decine di sfumature diverse: si rifà un test ridotto di due o tre giorni, cioè circoscritto solo alla banda di opinione che si intende cambiare o della quale si vuole mutare la sfumatura. E ci si sposta un po’ più in alto o un po’ più in basso. La Crosta Ikea non è di quelle parziali. È di quelle totalizzanti e però democratiche: cultura, etica e stile di vita e gusto, modo di vestire, arte, ruolo della scienza, figure di arredo e oggetti, tipo di veicolo individuale, medicina, abitudini alimentari, sessualità, eccetera: di ogni forma di espressione/opinione è normato l’ambito di oscillazione, in genere piuttosto ristretto. Chi non condivide lo Statuto di Crosta (o Strato), cioè chi non si adegua, viene avvertito un paio di volte e poi invitato ad andarsene. D'altronde il Catalogo dell’Artificio è talmente vasto che chiunque prima o poi troverà quello che cerca, cioè una Crosta che possa andargli bene. Esistono centinaia di Strati e di Settori. Uno sopra all’altro: in basso gli estremi, i pazzi anarco-polpottiani, un po’ più su gli stalinisti, poi i troskisti-del-terzo-millennio, susloviani, i tardo-bordighiani e tanti altri che adesso non mi vengono inm mente, poi salendo trovi di tutto, persino stronzi hammett-roosveltiani, che personalmente trovo ridicoli, sapete. All’interno di ogni Crosta esistono vari settori con le più varie sfumature e le più varie manie condivise: una volta mi sono ho persino trovato a passare in un Sottosettore Marginale dove si condivideva, tra le altre cose, il culto di un vecchissimo film che si chiama Allonsanfan, di un certo Taviano. Sopra di noi si procede verso l’alto verso il Liberismo più sfrenato passando per il Fascismo più o meno “Di Sinistra” e per la Destra Sociale – cito a memoria quello che ci hanno insegnato a scuola, ma non ricordo più il significato di queste denominazioni - fino ad uno strato, il Finale, dove vivono gli ultraricchi. Qui poi la situazione è molto variegata. Ci sono gli estremisti Harpels & VC, per esempio: non hanno regola di alcun tipo e nessuna condivisione, tranne l’assenza totale di norme, leggi ed etica: ciascuno fa quello che crede e si organizza come crede e si difende coi mezzi che ha a disposizione. E vi assicuro che occorre averne, di mezzi. Si favoleggia di armi e reparti addestratissimi di guardie del corpo per difendersi ed attaccare e progettare e mettere in pratica qualsiasi forma di sopraffazione. O almeno così si dice. Se ne raccontano di storie sull’Ultimo Strato. Quelli che lo abitano lo chiamano lo Strato delle Libertà. Noi di Ikea lo chiamiamo lo Strato dell’Arbitrio, il Tetto Tremendo. Ma nessuno è obbligato a viverci, per fortuna. Prima di accedere – essere accettati – da una Crosta (o Strato) non esiste obbligo di nessun genere. E si può dire non esista nemmeno all’interno di uno Strato: ognuno dice o fa quello che vuole. Ma la CVC può espellerlo come incompatibile: si vada a cercare lo Strato o il Settore che più gli è consono. Si cerchi una nuova Comunità che lo accetti. Valori, o manie da condividere: magari nel denso strato Sadomaso o in quello Zoofilo, per restare in tema sessuale. Ma ci sono anche i Consumisti di vario ordine e grado, lo strato satanico dei Cultori di Padrepio, oppure gli Amanti dell’Acqua Fredda. I post-Einsteiniani, gli assurdisti dello strato De Curtis, i seguaci dell’Amarismo Fernettiano, gli Hopperiani, eccetera. Tutti sanno che esiste uno strato per ogni possibile tendenza. Ma anche uno strato, anzi parecchi strati, esclusivamente per i sessuofobi di ogni tendenza, come il gruppo Turris Eburnea. A Turris, dove sono andato una volta per concludere l’acquisto di lana di buona qualità e cioccolata nera, tutto è dipinto di verde con righe e macchie di rosso, - “per punire la vista, innanzi tutto” - dicono loro. Mah. Puzzano e sono vestiti con lerce salopette, che vorrebbero essere bianche, portano solo magliette grigie, lavorano e dormono e non fanno altro. Sessi separati, naturalmente. Fecondazione in vitro. Niente contatti fisici, anche perché sono talmente sporchi che si farebbero schifo tra loro, qualora per avventura i due sessi si incontrassero. Nella storia di questo Strato c’è un’iniziale volontà di evitare un’antica malattia virale che si trasmetteva per via sessuale e che ad un certo punto si propagò incredibilmente. Qualcuno dice che gli Strati sono ghetti forzosi, contesta il Segregazionismo Globale e sogna una società “pluralista”, sul modello ideale delle antiche e mitiche Democrazie Occidentali. Una società dove tutti gli Strati convivano. Altri obbiettano, e io sono d’accordo, che un ritorno al pluralismo è impensabile. Perché sarebbe un ritorno allo stato primitivo e selvaggio della Non-Condivisione, al medioevo della democrazia malintesa, dove i conflitti si susseguivano senza sosta e gli scontri violenti erano cosa di tutti i giorni. Basta leggere i documenti e guardare le immagini, dico io. Addirittura si pretendeva che diverse religioni convivessero nella stessa “società”. Naturalmente esistono uno o più Livelli e più zone dove le Comunità insediate condividono come valore portante la coesistenza pacifica delle diversità. Croste che negano l’organizzazione per CVC, insomma, come Comunione e Arcobaleno, per esempio. Mi domando su cosa questa gente basi il proprio senso di Identità e di Appartenenza. Ci sono uomini che sognano spazi di comunicazione inter-Croste, dove si possano mettere in comune esperienze e culture, arricchirsi nell’ibridazione, nel dialogo, nel contatto. Grandi pozzi verticali di comunicazione, non blindati come quelli di ventilazione attuali, aree verdi senza gli insetti tipici di strato, gli “endemismi di Crosta” come dicono gli scienziati dell’Artificio. La gente odia che il suo ambiente sia contaminato da organismi provenienti da altri livelli. Batteri, virus, parassiti, insetti, animali di ogni genere, magari ibridati in forme bizzarre o modificati dai biotecnici dello Strato Mucosa, oppure costruiti in laboratorio per intero, che non assomigliano a nessun’altra cosa vivente, come fanno a Mondo Nuovo, dove follemente si progetta un universo interamente artificiale, o almeno così si dice. Però tendenzialmente ogni Livello (o Crosta, o Strato), se non ogni Settore dell’Artificio, si sta lentamente trasformando in un mondo a sé, nettamente distinto, sempre più autonomo e organizzato. Alcuni Livelli sono dichiaratamente imperialisti e puntano al controllo di altri Strati sopra e sotto il loro. Noi di Crosta 117 Ikea siamo moderni e moderati, siamo per la solidarietà e per il controllo e per un’economia regolata senza eccessi di sfruttamento, ma anche senza caldeggiare troppo il sociale: niente di collettivistico, come per i comunisti che stanno in basso. Gusto, moderazione, riflessione, cultura, buone maniere, cinefilia e cinofilia, arte astratta. Insomma tutte queste cose a scuola ci hanno insegnato che si chiamano Veltronismo, “ibridato con elementi di Degregorismo e Deandreismo Morettiano”. Cosa voglia dire non l’ho mai saputo. Niente sfarzo e niente sprechi, come i cafoni e i semicriminali colle catene d’oro dei livelli sovrastanti, ma nemmeno la negazione di ogni comfort e di ogni tecnologia, come i luddisti di Terra o i pan-naturisti di Gaia, quelli di Gea e quelli di Ipogea, o i Proserpinisti ad oltranza, con la loro tenebrosa visione ctonia dell’Artificio. Siamo per la semplicità, ma non per il pauperismo. I nostri storici dicono che all’origine del Gruppo, che poi fondò la CVC e che colonizzò lo Strato, ci fossero incontri prima casuali e poi organizzati, rigorosamente segreti, presso un luogo nascosto e periferico, detto appunto Ikea. Qui misero a punto un progetto di comunità per l’applicazione pratica del pensiero Veltronico (?). Dopo molte fatiche lo realizzarono su un terreno acquistato da contadini indigeni, che vennero successivamente espulsi dalle terre circonvicine. Poi, quando si cominciò a costruire l’Artificio, chiesero la Concessione per una Crosta e, dopo molte lotte, l’ottennero. Eccetera. Le storie degli Strati sono simili tra loro.

Nessun commento:

Posta un commento