lunedì 18 aprile 2005

Un orgasmo mancato

Pensavo che avrei goduto di più per un’eventuale batosta elettorale del centrodestra. Invece, adesso che effettivamente si è verificata, provo solo un limitato benessere leopardiano da parziale “cessazione del dolore”. E percepisco un analogo sentimento in molti amici, non necessariamente di sinistra, ai quali Berlusconi non è mai andato giù e che adesso ne intravedono la probabile (ma non certa) fine politica.
Io, che Berlusconi proprio lo odio e l’ho sempre odiato sin da quando ad entrare in politica neanche ci pensava, avrei dovuto provare un piacere più marcato e invece no. Mi chiedo perché. La prima risposta che mi do - non del tutto soddisfacente, ma ragionevole - è che Berlusconi e i suoi adepti non hanno ancora perso il potere, si stanno riorganizzando e per ora sono ancora lì e ci resteranno probabilmente per un altro anno. La seconda spiegazione del mio mancato euforico godimento è che il centro-destra non è stato sconfitto dall’opposizione, ma ha perso le elezioni a causa della propria stessa inettitudine, per la cieca arroganza, da parvenu del potere, che gli ha fatto velo rispetto alla percezione degli autentici problemi del Paese, eccetera. Voglio dire che, nella mia primitiva valutazione dei fenomeni politici democratici, se a non votare Berlusconi sono stati gli stessi stronzi che lo votarono quattro anni fa, mi sembrerebbe strano che questa gente si sia nel frattempo convertita al centro-sinistra. È più probabile che questo centro-sinistra, essenzialmente privo di programma, identità, leader, sia risultato loro – cioè ai berlusconiani pentiti – votabile, senza traumi particolari, esattamente come gli risultò votabile quel centro-destra. Questa cosa, se da un lato è senz’altro un bene, dall’altro mi amareggia, perché significa che ormai un’opposizione vera non c’è, cioè non c’è nessuna forza politica che sappia dire in modo sincero e credibile, non che farà la rivoluzione bolscevica, ma che intende cambiare davvero alcune cose, cioè alcune terribili storture del sistema nostrano, e come intende cambiarle. Credo che, tra gli altri problemi che ha, questo paese sia ormai in debito di futuro, un futuro in vista del quale organizzare e vivere il presente. Berlusconi dopo avere abbagliato qualche milione di gonzi – il cui problema era essenzialmente la mancanza di futuro – ha perso perché non è riuscito a dargliene uno. Difficile ci riesca Prodi (con il gruppo di politici, galleggiatori di legislatura, che lo circonda e lo sostiene), ma almeno lui non possiede tre televisioni, più di mezza editoria italiana e tutto il resto e probabilmente non ha corrotto giudici, non ha evaso il fisco, esportato illegalmente capitali all’estero, inciuciato con la mafia, e non ha la faccia da cazzo di Berlusconi, anche se pure lui si difende bene. Eccetera. Intanto mi accontento di questo.

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