domenica 22 maggio 2005

Breve racconto porno

Si chiamava Kate e si masturbava su un letto per 24 minuti. La inquadravano leggermente dal basso mentre stava sdraiata su una sovraccoperta un po’ triste e si toccava. Le gambe spalancate denudavano una fica violacea, completamente depilata, a meno di un ciuffetto rettangolare sul monte di venere. Kate sembrava imbarazzata e la sua mano andava su e giù, poco convinta, sui segni di violenza del rasoio. Aveva i seni piccoli, i capelli corti, il corpo da adolescente. Il volto, più maturo, era quello di una ragazza carina, qualsiasi, di una studentessa. Di solito questi video lo annoiavano, ma il viso della ragazza aveva qualcosa e, quando già stava per cliccare su “indietro”, esitò. La camera stringeva proprio sul volto di Kate che teneva gli occhi chiusi e le labbra semi aperte, simulando un godimento che di sicuro non provava. Per un paio di secondi le sue palpebre si sollevarono, Kate guardò in camera e poi sorrise lievemente. Si vide allora, abbastanza chiara, una specie di vergogna impudente, come una sorta di sfida. Ma in quell’istante Emilio, che era giovane ed era solo, si innamorò di colpo di lei. Forse si era distratto e aveva abbassato maldestramente le sue poche difese, sta di fatto che lo sguardo di Kate lo trafisse da parte a parte. Il trailer era durato in tutto venti secondi. Se ne potevano visionare altre due clip. Nella prima Kate si stava masturbando seduta su un divanetto, era completamente nuda e si torceva lievemente, ma in modo un po’ maldestro. Nella seconda era già sul letto, ma ripresa più da lontano, e aveva le ginocchia alzate fin quasi alle spalle. Emilio fu invaso da un’ansia di proteggerla, di accostarle dolcemente quelle cosce divaricate dicendole: di questo non c’è bisogno, vieni via. Fu invaso da una voglia di conoscerla normalmente, di andare a cena con lei, al cinema. Desiderò parlarle e farsi raccontare, baciarla sulla bocca. Farla ridere. La sua mente tralasciò da quel momento di dirsi che tutto quello che stava vedendo era solo un video porno di infima serie, con una ragazza chiamata Kate che si masturbava per soldi davanti ad una telecamera. Contò per lui solo quello sguardo, quel sorriso impercettibile. Era convinto che con quel sorriso desolato lei volesse dire: dio che vergogna. Si masturbò davanti al monitor del computer e, prima di andare a dormire, salvò i tre spezzoni del video in un’apposita directory intitolata KATE. Si svegliò più volte nella notte con la bocca secca e lo stomaco in fiamme. Sognò di conoscere una ragazza in casa di amici. Gli sembrò che lo stesse aspettando, che lo conoscesse. Questa ragazza diceva cose argute, aveva i capelli corti e gli occhi vivaci. Nel sogno tutto era facile, tra loro non c’erano barriere, diffidenze, impacci, timidezze. Lo baciò a lungo ed Emilio si lasciò sprofondare tra quelle due labbra, dischiuse anch’esse, che gli parvero infinitamente soffici. Poi il sogno si complicò, lui la perse di vista e dopo incomprensibili peripezie notturne la ritrovò che stava uscendo da quella casa per andare ad una festa. Si era messa elegante e aveva i capelli più lunghi, stranamente gonfi sulla sommità del capo. Lui fece una battuta su questo e lei sorrise: adesso devo andare, scusami sai. Il sognò finì così. Il mattino dopo, sul tardi, Emilio si svegliò, andò al pc e lo accese, aprì la directory KATE e cliccò sulla terza clip. C’era Kate, ancora intenta a masturbarsi, e vagamente somigliante alla ragazza del sogno. Lei, al momento stabilito, dischiuse le palpebre, lo guardò e sorrise lievemente, come per dire: dio che vergogna.

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