lunedì 19 aprile 2010

TRE TORRI_2 Mi avevano detto dell’aula-tempio, esastilo et corinzio, mi pare – anche se dicevano solo È troppo grande, invece di dire Guarda è una chiesa, un luogo di culto, un posto molto severo, ti servirà qualche ansiolitico per affrontarla – , ma avevano taciuto delle magnifiche Tre Torri. Erano apparse del tutto inaspettate, nessuno mi aveva pre-avvertito, nessuno mi aveva detto Guarda, preparati, attrezzati psicologicamente, tienti forte, perché presto vedrai Tre Torri Altissime, rosse, una più bella dell’altra, le vedrai spuntare dalla pavimentazione di pietra, leggermente oblique, sottili come frecce piantate fino al Centro della Terra, o almeno parecchio in profondità, le vedrai e camminerai in mezzo a loro, senza sapere perché esistano (nemmeno noi che siamo qui da tempo, lo sappiamo, sappiamo solo che ce n’erano tante, un tempo). Vedrai le Torri Rosse di mattoni, pendere un po’, di qua e di là, ma non troppo, infisse in modo del tutto incongruo nella teoria di corti del campus, a testimoniare che questi spazi privati et deserti, silenziosi, appartati, molto severi se vogliamo, anzi un po’ arcigni, anzi del tutto arcigni come l’Aula-tempio pagano & chiesa de-consacrata – o mai consacrata, col suo bel matroneo aggrappato a colonnoni apparentemente granitici, anche se sarei sicuro solo della graniticità di quelli all’esterno, con la sua abside ampia et precisa e in asse una pala d’altare ove campeggia l’immagine di un Re importante, piccolo et cazzuto, uno che me lo sono sempre figurato robustino, coraggioso, al posto di qualche santo –, insomma a dirci che qui prima era città-città, città laica voglio dire, invece che consacrata ai saperi. Inoltre mi colpiva l’assenza di scritte et graffiti, di manifestini incollati ovunque, dei soliti stencil giovanili, giovanilmente tracciati o affissi sulle pareti esterne e interne di tutte le università normali e incasinate e sporche, chiassose, sudaticce, perennemente & inutilmente imbrattate, che conosco. Dov’è il bagno, chiedevo in preda all’ansia. Non lo so, non lo sappiamo, non sappiamo nemmeno se ci sia, se sia mai stato costruito un luogo per pisciare dentro questo Tempio. Anzi forse è proprio proibito farlo: cioè qui non si può pisciare, hai capito? Fuori intanto le Torri di sicuro si saranno mosse, impercettibilmente, solo di qualche millimetro, per via del vento lieve, per una contrazione termica, per qualcosa, insomma. Nessuna delle Torri, cui pure va tutto il mio rispetto, voleva intimidirci come l’Aula Esastila: parevano essere lì per durare, ma precariamente, denunciando col loro atteggiamento, in ogni istante, la possibilità e probabilità di un crollo (ora, subito, adesso, attenzione, scansatevi, incassate la testa nelle spalle, veniamo giù). Tre Torri Rosse, bizzarre iniziative individuali, un po’ maldestre, vanitose, bellissime, di cui nessuno parla, come fossero una cosa normale. Ma ora ci sono io che penso a loro, che provo a disegnarle.

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