giovedì 3 giugno 2010

Facevo oggi un'ecografia di controllo addominale e mi faceva strano sentire il medico che, mentre mi scrutava dentro, dettava il referto all'infermiera incaricata di trascriverlo al computer. Nominava uno ad uno gli organi interni intanto che li andava analizzando (incredibile le quantità di informazioni che si possono dedurre dalle immagini ecografiche apparentemente senza senso, senza capo né coda): fegato, cistifellea, pancreas, milza, rene destro, rene sinistro. Sdraiato semi-nudo su un lettino ricoperto di carta, prendevo atto che l’idea astratta di possedere in quanto mammifero umano tutti quegli organi, lì si faceva improvvisamente concreta, concretissima: c’erano e qualcuno li poteva osservare, enumerare, analizzare, confrontandoli con la cosiddetta norma.
Tutti noi abbiamo visto quei modelli di corpo umano a grandezza naturale con l’addome apribile e dentro un’accozzaglia di frattaglie ben distinte e diversamente colorate. Faccia un bel respiro, profondo. Bravo, trattenga… così. Ancora. Mentre mi premeva forte con lo strumento sotto le costole prendevo atto di essere come quel manichino standard. Fegato, certo, un tempo ne compravo, lo facevo al tegame, con una foglia di alloro. Una volta in un pub di Cambridge ordinai senza saperlo una pie di rognone (al ristorante sempre meglio dare un occhiata al Collins tascabile) che, una volta aperta, esalò d’un colpo bollenti vapori d’orina animale che mi fecero fare un salto indietro. Ecco, qualcuno potrebbe mangiare i miei rognoni, perché anch’io ne ho due, questo dottore li sta vedendo in questo momento, li chiama reni, ma sono rognoni. Tutti gli altri organi esaminati oggi sono singoli, costipati alla bell’e meglio nel mio ventre. I reni invece sono due e in genere nel corpo di un animale quando ci sono due organi dello stesso tipo, sono disposti simmetricamente, uno di qua e l’altro di là, mentre nel soma esterno gli organi soli stanno al centro, metti il naso, il pisello, la colonna, eccetera. Questa legge non vale per il contenuto dell'addome, che somiglia piuttosto a una valigia fatta in fretta, le cose ammucchiate alla rinfusa e poi compresse per riuscire a chiudere la lampo. Fegato, milza, eccetera, dovrebbero situarsi al centro e invece no. Nella conformazione del bios – prendo atto anche di essere non forma, ma conformazione – c’è questa tendenza generale alla simmetria bilaterale, ma è appunto solo una tendenza, perché la dislocazione di molte delle cose interne non la rispettano. Lo strumento dell’ecografia inseguiva i miei organi interiori cercandoli e scovandoli uno ad uno dentro un corpo esternamente simmetrico. Lo stesso facciamo noi umani quando costruiamo le automobili: sotto il cofano gli organi interni sono un po’ qui e un po’ là, ammassati abbastanza alla rinfusa, ma all’esterno non si vede niente di tutto questo. Dev’essere una legge universale della complessità: l’involucro, che si confronta direttamente con le condizioni esterne, è costruito secondo ancestrali et acquatiche simmetrie. Questo vale anche per gran parte dei molluschi con conchiglia. Se apri la conchiglia vedi che dentro c’è un groviglio di frattaglie multicolori. I nostri visceri sono il mollusco che è in noi.

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