venerdì 22 luglio 2005

A-B-A

Immaginate la sala d’aspetto di un medico di base in un pomeriggio d’inverno. Cioè la sala d’aspetto del dottor Bellicapelli, ricettista mio, preferito e sopraffino. File di poltroncine rosse addossate alle pareti dove sono appese le solite stampine, riproduzioni di riproduzioni di vedute di Roma di Giuseppe Vasi, col loro passe-partout bordato oro. C’è anche un’opera d’arte costituita da foto di riviste trasferite su carta tramite speciale solvente: tecnica nota ormai anche negli asili nido, ma poco praticata perché il solvente è tossico. Tra i pazienti in attesa ci sono sempre due o tre fottuti rappresentanti di farmaci. Sono in fila come gli altri e sono quelli che decidono quale medicina il medico mi farà prendere. Credo siano loro che riempiono di bottiglie di whisky lo studio del dottor Bellicapelli. Lui le lascia nelle loro scatole, accatastate con cura contro una parete. Evidentemente il dott. Bellicapelli non beve, così il suo studio sembra un’enoteca. Oggi, per la categoria “rappresentanti di case farmaceutiche”, ci sono due ragazze con borsoni. Sono quasi uguali: bionde, molto standard, abbastanza carine, vestite di nero, con pantaloni larghi e scarpe dalla punta smisurata. Le due si ignorano, leggiucchiano le riviste puzzo-olenti che stazionano sul tavolino centrale. Davanti a me, tre di queste poltroncine sono occupate secondo la sequenza A – B – A, dove A sono le due rappresentanti e B è un uomo anziano, che fa le parole crociate di uno di questi giornali del cazzo che distribuiscono gratis nella metro. Succede che le due A inizino a comunicare, come accade naturalmente tra colleghi. Parlano sulle prime di lavoro, per poi passare in un crescendo di confidenza a narrarsi le storie delle loro vite, amori e problemi compresi. Tra loro, placidamente seduto e completamente indifferente, c’è B chino sulle sue parole crociate. Le due parlano a voce alta, contente di poter chiacchierare, e in breve tempo l’uomo delle parole crociate viene investito da una tempesta verbale. A fianco di ciascuna delle due ragazze ci sono sedili liberi, basterebbe che una delle due si andasse a sedere accanto all’altra per liberare B dal tormento dell’ascolto indiretto di discorsi altrui. Non so come possa seguitare con le sue parole crociate, né perché non si alzi e si tolga di lì, ma nulla del genere accade. Le due seguitano per un pezzo, informando dei fatti loro tutti gli astanti. Il vecchio non da segni di fastidio. Forse è sordo, mi dico. Arriva il turno di una delle due rappresentanti di medicinali. Si alza ed entra dal dottor Bellicapelli. L’altra tace di colpo, la tempesta verbale si placa e con essa il flusso di informazioni non richieste. Il vecchio seguita le sue parole crociate, come se attorno a lui il mondo non esistesse. Io prendo questo appunto che oggi ho ritrovato per caso e trascritto, nella sua insignificanza, con qualche modifica.

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