mercoledì 7 settembre 2005
Tecnologia avanzata
Il flaps retratti che si accorpano imprecisi col resto dell’ala e quelle lamelle verticali che emergono oblique dalla superficie sembra abbiano lasciato scie di sporco sull’alluminio, già un po’ opaco di per sé, vecchio.
Sbavature che parrebbero d’olio, o di qualcosa di bruciaticcio, di gas combusti.
Quelle commessure non combaciano perfette, lì un pezzo che sembra gomma di guarnizione fuoriesce, magari di poco, però non dovrei vederlo.
Viti e rivetti, ma soprattutto viti.
A testa piatta, incise a croce.
Leggere gore di sporco, si direbbe d’aria, una per ogni vite.
Lamine curvate e bombate, pezzi presso-fusi o modellati in qualche modo che non so.
Strane piccole protuberanze.
La superficie superiore della gondola che regge il motore non è simmetrica e ha una leggera ondulazione, voluta certo.
Una serie di linee di connessione tra un pezzo e l’altro, una lastra di alluminio e quella adiacente, ancora quelle tenui sbavature, quei geroglifici dell’usura d’aria.
Esitano stranamente su tutta la superficie dell’ala, finche non incontrano qualcosa di deciso: il bordo d’attacco, gli ipersostentatori ritratti, minuscole alette.
Seguire con l’occhio quella commessura.
Una vite di qua e una di là a tenere assieme le due lastre: ne manca una.
Cazzo, manca una vite!
C’è il buco, ma non la vite!
Com’è possibile che manchi una vite?
Ora mi alzo vado dall’hostess e le dico: guardi avverta il comandante, sull’ala manca una vite: manca – una - vite, capisce, do you understand?
È così che cominciano le catastrofi, con un piccolo insignificante elemento che cede e quello più vicino deve assumersene il lavoro, finché non cede anche lui e così via: spraaatt, si strappa tutto, si cade, si resta a faccia in giù morti, mezzi nudi e senza scarpe a galleggiare nell’acqua.
Possibile che a un Boeing 737-400 manchi una vite?
Dove sono le uscite di sicurezza?
Ecco il foglio illustrativo cartonato, bisunto: i giubbotti di salvataggio sono sotto il sedile e in caso di de-pressurizzazione, eccetera, qui davanti ci sono i portelli che danno sull’ala ed ecco là fuori le frecce che indicano la direzione in cui si deve scappare, se c’è fumo in cabina bisogna camminare carponi, capisci?
Questo rumore di macinino da caffè sono i flaps che escono.
Danno motore al massimo, rombo, l’accelerazione ti dà una spinta su tutta la schiena.
Ecco da qui in poi non si torna indietro: o decolla o si sfracella.
Sale, si stacca, schiocco del carrello che rientra.
Vira leggermente sul mare, sale, scricchiola.
Rientrano i flaps, lenti che ronzano.
La vite manca sempre, ma quelle vicine reggono.
Entra sole a fiotti dagli oblò, è perché ancora non s’è messo in rotta: andiamo verso ovest.
Il cielo è blu inteso, sembra una cosa pura.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento