martedì 1 marzo 2005

Il 27 maggio 2003 scrissi questo appunto e lo intitolai, Esperimento di pittura mentale, mentre in realtà era solo un progetto, mentale, di pittura. Prendere un bel foglio di carta Fabriano, spessa e pastosa. Magari carta fatta a mano. Dare una tinta ad acquerello su un lato, un bel rosso qui e là sfumato, nel senso di non compatto, non continuo, nel senso che le pennellate si vedranno un po’ assieme alla grana della carta. E forse nel senso che qui e là avrò steso dell’altro colore, un rosso leggermente diverso, più scuro oppure più terraceo o violaceo o verdastro. Ma attenzione al giallo e attenzione al blu. Cioè in pratica attenzione agli aranci e ai viola: non ci voglio aranci e viola. Forse. Forse non ce li voglio. Il perché non lo so. O forse lo so e non so dirlo. O forse so anche dirlo ma non lo voglio dire. Voglio essere fattuale, per quanto uno può esserlo scrivendo di colori e non essendo una di quelle signore che dicono cose tipo: “è un bel punto di verde”. Va bene. Fatto questo girerei il foglio e sull’altra faccia, in una zona abbastanza ampia del centro, darei un altro tipo di rosso. Quale rosso? Non so, dipende dal rosso che avrò steso sull’altro lato. Quel rosso determinerà questo rosso, ma non si tratterà di un rosso molto dissimile dal rosso principale, o rosso 1. Lo chiameremo rosso 2, questo nuovo rosso. Adesso si tratta di prendere un altro foglio ancora, stesse identiche dimensioni e tipo di carta, e di stendere anche qui nell’area centrale un rosso 3, più chiaro del rosso 1 e del rosso 2, ma non molto più chiaro. Poi riprenderò in mano il foglio principale e vi ritaglierò al centro un rettangolo di tre lati, col lato lungo in verticale. Il quarto lato, non tagliato, sarà in alto. Poi incollo il secondo foglio, quello col rosso 3, dietro al primo foglio, quello col rosso 1. Poi prendo il lembo inferiore del rettangolo ritagliato e lo rivolto verso l’alto in modo che si veda rosso 2 e che formi una voluta morbida. Infine fisso – come? – questo lembo sulla superficie del foglio rosso 1. Qui finiva il progetto. Qualche settimana frugando tra i miei appunti l’ho ritrovato e mi sono detto: bello, e se lo realizzassi? L’ho realizzato quasi subito ed è venuto una desolante schifezza.

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