venerdì 13 maggio 2005

Berlusconi è un cretino

Sulla valutazione del cavalier Banana si sono formate diverse scuole. Io sono tra quelli, pochi, che lo ritengono, sic et simpliciter, un cretino. La famosa definizione del Cipolla recita così: un cretino è colui che, danneggiando gli altri, danneggia se stesso. Sempre il Cipolla enuncia: un bandito è colui che agisce danneggiando gli altri a proprio esclusivo vantaggio. Inizialmente, osservando l’azione di “governo” del Banana, pensai: ecco un vero bandito, che la mette al culo al paese e mette tutto nel forziere. Pensai anche: con tutto il potere che ha, se riesce a radicarsi, non ce lo togliamo più di torno. All’inizio molti pensavano: ecco adesso il bandito si approva le sue leggi ad hoc, quelle che salvano il suo, di culo, e poi si mette ad attuare un po’ delle cose che ha detto di fare, tipo le grandi opere e altre cose del genere. Pensavo che abbassava le tasse per beccare consensi dagli imbecilli che l’avevano votato, che non sono i ricchi, ma una borghesia piccoletta e ignorante come lui, allevata dalle sue televisioni, che sogna di andare in vacanza a portorotondo come vero e ultimo obbiettivo della vita (non che io ne abbia di migliori). Invece questi poveracci alla fine ci hanno guadagnato solo qualche decina di euri l’anno, e adesso si vendicano. Chi, se non un vero imbecille, disponendo già di tre reti televisive, di gran parte dell’industria editoriale italiana e di molte altre cose, arrivando al potere con una maggioranza schiacciante, la più ampia della storia della Repubblica, si sarebbe cacato in mano in questo modo, dandosi poi anche uno schiaffo? Nessuno prima del Banana, Mussolini a parte, ha avuto a disposizione più potere: guardate come se ne è servito. John Kenneth Galbraith ha scritto una volta che non c’è niente di più sbagliato dell’opinione comune secondo la quale chi fa i soldi è perché è intelligente: secondo Galbraith i soldi si fanno per avidità. Concordo. Qualche postilla sul cavalier Banana. Secondo me la cultura è tutto. È il tipo di cultura che uno possiede (meglio: dalla quale uno è posseduto) che lo fa agire in una certa direzione e secondo certe modalità. E ciò, semplicemente, perché non è in grado di percepirsi e percepire il mondo in modo diverso dal dettame culturale che lo abita. Il Banana è la prova provata di ciò: guardate le risposte che dà a chilo interroga sui prezzi e sulla crisi economica: è completamente privo non solo dell’idea, ma anche della semplice nozione di bene comune, di interesse condiviso, eccetera. È incapace di pensare in questi termini, ma è anche incapace di mettere in pratica una vera ideologia individualista e liberista. Per il Banana l’individualismo coincide con il facciamoci i cazzi nostri, cioè ognuno i suoi. Questo è puro & lercio credo piccolo borghese (non ho a disposizione altre definizioni). È albertosordismo nella sua essenza. Si dirà: checcazzo c’entra Alberto Sordi? C’entra, c’entra: avete presente il mitico dottor Terzilli, quello del Medico della mutua? Non è spiccicato, anche nel soma, nel sorriso, al Banana? Non vorrei sembrare il solito apocalittico, ma pagheremo tutto, purtroppo: Sordi, il Banana e tutto il resto. Anzi, già siamo in piena fase di pagamento. Poi mi viene in mente che Uolter Veltroni ha dedicato al sordismo la Galleria Colonna a Roma e allora penso che davvero siamo circondati, che non c’è scampo.

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