giovedì 30 giugno 2005

La guerra dei mondi

Visto ieri sera La guerra dei Mondi di Spielberg, con l’insopportabile Tom Cruise. Spielberg è sempre lo stesso e fa sempre più o meno lo stesso film: un qualsivoglia insieme relazionale (una famiglia, una coppia, un gruppo di scopo qualsiasi) alle prese con qualsivoglia catastrofe. Dove la catastrofe serve per resettare il gruppo, disvelarne i “reali” rapporti interni, eccetera. Alla fine chi è buono se la cava, chi è cattivo soccombe. Qui la dinamica buono/cattivo è meno presente che negli altri film, metti i vari Jurassic, ma l’insieme dei “valori americani” non manca anche qui di essere ribadito con cura. Si dice e si scrive che trattasi di metafora afferente il terrorismo. Non so.
Riferimenti, certo, ce ne sono, ma l’intenzione non mi sembra sia esplicitamente questa: l’attacco alle Twin Towers ebbe certamente alcune caratteristiche dell’attacco alieno, la stessa inaspettata spietatezza e gratuità. Bin Laden, per quanto ne sanno gli americani, equivale ad un marziano cattivo: forse è lui che somiglia ad un mostro de La guerra dei mondi e non il contrario. Penso che non esista, al momento attuale un regista cinematografico più americano di Spielberg. Il film comunque è avvincente ed ha un inizio strepitoso, secondo me. Eccezionale anche il passaggio a livello con la corsa del treno infuocato. E altre cose così. Belli i mostri, ma già visti. Buone le macchine-medusa. Finale creazionista (con citazione letterale da Wells), con lode al buon dio che creò i batteri. Dimenticando che, se c’è un solo dio per tutti e ci sono in giro marziani, è probabile che anche questi ultimi siano stati creati da lui. Oppure Marte c’ha un suo dio privato et particolare? Solito auto-gol dell’enunciato religioso. In evidenza il problema della “forma del mostro”, cioè del soma dell’alieno. Ormai ho capito che per gli umani è impossibile immaginare qualcosa di totalmente non già-visto. Ogni mostro extra-terrestre che io ricordi somiglia a qualche animale o è la deformazione, più o meno spinta et repellente, della figura umana. Ma più spesso, è una libera composizione chimerica di più specie, tra loro raccordate. Non descriverò i mostri di questo film, ma non fanno eccezione a questa regola. Quello che voglio dire è che le famiglie di forme immaginabili, cioè pensabili, sono un numero finito, e lontano più di tanto la fantasia non può dare. Ma c’è anche un’altra questione: perché un alieno, metti simile a un foglio di carta, o a una sfera, eccetera, dovrebbe farmi paura & ribrezzo? Per questo la gamma dei mostri vedi che si riduce alla gamma degli organismi già di per sé naturalmente repellenti, cioè al mollusco, all’insetto, al rettile, al viscido, allo strisciante, al composito e, infine, al diabolico. Infine una dichiarazione scontata: odio Tom Cruise e tutto quello che rappresenta.

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