giovedì 20 maggio 2010

Gossip

Cos’è successo tra lui e il mare? Li ho visti freddi, negli ultimi tempi. Sembra che non si parlino più. Lui mi ha confidato: Guarda non so, non mi fido. Voglio dire. Non mi sono mai fidato dell’acqua. Ma un tempo mi piaceva quella sua aria puttanesca di accogliermi e leccarmi. Mi piaceva la trasparenza mattutina, il blu indicibile che ha il mare all’alba quando ti immergi lungo le falesie del mediterraneo e, invece di guardare verso il fondo, spingi l’occhio in orizzontale.
Un tempo ero soggiogato dal mare. Convinto che acqua e vita fossero la stessa cosa. Anche oggi sono convinto che siano la stessa cosa. Ma non me ne importa più tanto. Così come non mi importa tanto di sapere cosa c’è là sotto, cosa succede lì sotto, capisci? Adesso, a maggio, aveva un’aria gelida, sapeva di umido invece che di salmastro. Non gelida nel senso di fredda. Certo freddo era freddo, il mare. Quanto piuttosto indifferente, leggermente maligna. Sembrava più una cosa afferente i gabbiani e i pescatori. Sembrava dedicarsi a loro, il mare. A loro che vi si dedicano. Non a me, che ultimamente l’ho trascurato. Vedi, ogni mattina aprivo la finestra e c’era questa lastra azzurra infinita, le nuvole rosa dell’alba, il profilo lontano delle isole, le montagne che piombavano nel mare, lo stridio delle rondini, il verso dei gabbiani, le barche da pesca e io pensavo. E sticazzi? Quando cominci a guardare il mare pensando E sticazzi? allora vuol dire che qualcosa si è rotto nel tuo rapporto con l’acqua. Occorre ri-cucire, venirsi incontro. L’acqua non si può abbandonare. Bisogna restare sulla riva, sempre. Ma, anche ora che te lo dico, non è che ci creda tanto, sai.

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