mercoledì 8 dicembre 2010

Franco diceva

«Era necessario che milioni di persone patissero il socialismo reale perché altri milioni potessero sognarlo. Il gulag è stato l’unico valido contraltare al capitalismo selvaggio. Non saprei dirti perché, ma è così. Finché è esistita l’Unione Sovietica – benché il suo sistema politico fosse vituperato dagli stessi partiti comunisti di quasi tutti i paesi e benché costituisse ormai il fallimento comprovato di ogni idea di un’eguaglianza concretamente realizzabile tra gli uomini – finché è esistita l’URSS, dicevo, in Occidente è potuta sopravvivere un’opposizione forte ed efficace al capitalismo. Finita la Russia Sovietica, finito tutto: la diga si è frantumata e la barbarie dilaga sulla terra nelle forme più varie. Occorreva che il popolo russo, e con esso quello dei paesi del blocco sovietico, soffrisse sotto il totalitarismo comunista, perché da noi si potesse tenere a freno il capitalismo e la destra ultra liberista e catto-conservatrice ad esso collegata. Un giorno qualcuno dovrà riconoscere ai russi il loro sacrificio. Un giorno qualcuno dovrà pure dirci, al di là di tutto, al di là del Gulag, di Stalin, del KGB, cos’era davvero il socialismo reale. Io so solo una cosa: l’eguaglianza non si può materialmente costruire nella democrazia: gli uomini vanno costretti all’eguaglianza, il Gulag non è un incidente di percorso, è parte costitutiva, integrante e necessaria del Comunismo. Questo bisogna dirselo chiaramente. Il passo logico successivo sarà chiedersi freddamente se il Gulag è un prezzo accettabile oppure no. Io dico che lo sarebbe se la contropartita fosse un’eguaglianza reale, ma purtroppo il Gulag porta con sé una quantità di storture inaccettabili, tutte collegate alla così detta «natura umana» (chi ne ha l’occasione ne approfitta per prevalere), a partire dagli intollerabili abusi delle oligarchie del partito e delle polizie segrete. La non-democrazia consegna il potere fatalmente nelle mani di pochi e quei pochi ne approfitteranno, senza nessuna chance da parte della maggioranza dei dominati di poterli scalzare… La forza della democrazia, come diceva qualcuno, non sta tanto nell’avere il diritto di eleggere il governo che ti piace, quanto nel diritto di abbattere quello che non ti piace. Ma anche il costo di questo diritto (genericamente definito “libertà”) è altissimo, si chiama diseguaglianza & sfruttamento. Qualcuno prima o poi dovrà guardare dentro l’idea democratica e, a partire dalla critica al concetto di maggioranza, dircela per quello che è...».

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